DISEGNI


 

 
 

Studio per figure (1992)

  Carla  (1994)
     
     
 
Dentro a gli occhi  (1996)   Festa  (1996)
     
     

 
Il dono inaspettato  (1996)   Il dono  (1996)
     

 

Andrea Capucci, dopo aver frequentato l’istituto d’arte, scopre, da un lato, le enormi potenzialità espressive del disegno, primo e vero inizio di tutto il suo percorso artistico e, dall’altro, un materiale plastico come la creta che lo collega stilisticamente e poeticamente alla più vera e profonda tradizione artistica locale emiliana.

Il disegno, quindi, è la matrice comune e il punto di partenza di tutte le sue creazioni, è però un disegnare a tutto tondo, si intuisce già la ricerca di quella spazialità prospettica che trova, poi, nelle sculture in creta la sua più ampia e vera esplicitazione. 

Fin dagli anni dell’istituto d’arte, Andrea è solito fare brevi e veloci schizzi, annotarsi particolari di situazioni e attimi di vita vissuta in piccoli quaderni che, con il passare del tempo, sono diventati una specie di diario personale, quasi quotidiano, all’interno del quale possiamo trovare le idee e le scintille che hanno poi dato vita alle opere in creta o ai disegni veri e propri.

Sicuramente la creta, rispetto al disegno, permette all’artista di conquistare lo spazio, di vedere a tre dimensioni, di entrare nello spazio, nei luoghi, nelle situazioni; è un po’ un modo per farsi sentire, un desiderio di testimoniare, di esserci per raccontare.

La realtà che Andrea affronta è quella dei luoghi conosciuti, che gli appartengono, che frequenta: la città con i suoi portici, il condominio dove vive, gli alberi che conosce, i colori che vede.

 

 

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