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PITTURE |
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Per Andrea produrre immagini è una specie di impulso primario come - nonostante le incertezze, le ansie e i dubbi sui risultati - il suo continuo fare e il transitare dalla carta alla terra è per lui sempre e comunque qualcosa di più e di diverso da un semplice esercizio o dalla sperimentazione delle possibilità di una tecnica rispetto ad un'altra. Si tratta piuttosto dell'espressione di una urgenza di comunicazione dove conscio ed inconscio viaggiano lungo pensieri ed emozioni continuamente tradotte nella concretezza di figure che danno corpo e voce compiuta alla sua immaginazione proprio attraverso la traslitterazione dai fogli dei disegni e dei dipinti alla creta dei rilievi colorati e viceversa. Solo
i quaderni sono, oltre che diari personali, appunti e note da cui partire
per ogni successiva avventura creativa, ogni volta scalando i vari gradi di
un azzardo espressivo che dalla autorefenzialità più assoluta trova spesso
la strada della poesia attraverso la limpida e significante efficacia di un
segno secco e sintetico , come attraverso il lirismo più soffuso dei colori
su carta o la forte drammaturgia delle sue crete colorate.
Qualunque sia il mezzo impiegato compaiono alcune figure costanti: le case,
i fiori, gli 'omini' e i 'giganti', gli alberi e la montagna. E
sempre lo sguardo di Capucci scende dall'alto, come se una sorta di
sdoppiamento onirico gli consentisse di sorvolare e osservare il mondo - ma
soprattutto se stesso e il suo mondo interiore- attraverso gli interni che i
suoi lavori rivelano o che, con affettuosa, gioiosa e fin ossessiva
definizione dei particolari, egli scoperchia in quelle sculture di terra che
hanno il fascino attrattivo di teatrini dove gli aspetti domestici assumono
i toni incantati di un'atmosfera di favola o, talora, di una magia surreale.
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