PITTURE


 

 
 

La Via Lattea  (1994)

  L'altra faccia della Luna  (1994)
     
     
 
Le energie dei morti  (1994)   Lo specchio  (1994)
     
     

 
L'uomo e il suo cerchio  (1994)   Non lontano da casa, una foglia  (1994)
     

A questo contribuisce non poco un aspetto che va definendosi nell'ultima produzione di Capucci, con indizi via via più presenti di raffreddamento della policromia delle sue terrecotte, a segnare forse una graduale presa di distanza dalla pressante emotività del suo fare per privilegiare modalità che, superata la totale soggettività dell'esperienza, ne restituiscano il senso in forma più distaccata.

Non credo sia possibile in questa fase del lavoro di Capucci presagire quali spazi o convivenze avranno in futuro i colori fin qui usati: quei blu cobalto e quei rossi sontuosi, quei gialli dorati o virati d'arancio che tanto peso hanno avuto nell'incantare per via di senso gli spettatori del racconto...Certo, dopo aver ancora riguardato i suoi omini che sorvolano città, palazzi e snodi viari oppure vivono, dormono e pensano attingendo energia da fiori svettanti nello spazio delle sue formelle, novelli giganti, presenze cariche di rimandi simbolici tanto quanto le case e le foglie/barca o le teste/albero e le montagne, restano alcune possibili considerazioni che, concludendo queste riflessioni sulle opere di Andrea Capucci, in realtà aprono il campo ad ulteriori e diversi sviluppi di pensiero.

Nella ricca interiorità del giardino privato in cui Andrea ci invita ad entrare, convivono più livelli simbolici, alcuni nettamente dichiarati, altri forse difficilmente traducibili anche se percepibili.

Credo che neppure lui sia consapevole di quanti archetipi formali densi di significato vada a riprendere con il suo fare.

 

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