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E.M.: "Si percepisce la consapevolezza di
aver bisogno di andare oltre la realtà, di compiere un viaggio, magari anche
nei ricordi d'infanzia. Le figure che tu crei, comunque, non sono
propriamente umane, non sopportano i nostri limiti spaziali o temporali; chi
sono? da dove vengono?"
A.C.:
"Mistero, tra il certo e lo sconosciuto, tra la bellezza della natura e l'abbruttimento
umano spesso raggiunto. Stanza, natura, relazioni possibili, come l'interno
e l'esterno di ogni uomo".
E.M.:
"Una profonda componente narrativa caratterizza i tuoi lavori; credi che sia
importante raccontare delle cose?"
A.C.:
"Alle spalle di ogni mia creazione c'é un passato, un istante di vita
vissuta e, quindi, una storia da raccontare. E' un bisogno che sento dentro
di me, anche perché sono nato e cresciuto in questa regione emiliana, dove i
riferimenti visivi e culturali sono molteplici. Basta passeggiare nel centro
di Modena per accorgersi come tanti secoli fa scultori e artisti abbiano
scolpito un immaginario visivo che è la nostra storia, il nostro costante
riferimento. Anche un materiale come la terracotta fa parte della mia/nostra
tradizione. Artisti come Mazzoni o Begarelli sono nati e cresciuti in queste
zone ed è proprio qui che hanno lasciato la loro testimonianza più vera e
indissolubile.
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